Sbiro.eu – Giochi di carte della tradizione ligure

Cirulla
gioco ligure per 2-4 giocatori

La cirulla (in genovese cirolla o acciappachinze) è un gioco di carte tradizionale ligure per due, tre o quattro giocatori. È una variante della scopa, conosciuta per la sua vivacità e il ritmo veloce delle partite.

Nozioni di base

Mazzo e giocatori

Per giocare si usa un mazzo genovese da 40 carte, composto da 1 (o asso), 2, …, 7, fante (J), donna (Q), re (K) nei quattro semi di cuori , quadri , fiori ♣ e picche ♠.

Ogni carta ha un valore di presa (la presa è il meccanismo alla base della cirulla) e un valore di primiera:

CartaValore
presaprimiera
K1010
Q910
J810
7721
6618
5515
4414
3313
2212
A116

Si può giocare in due, in tre o in quattro (nel cui caso i giocatori seduti di fronte giocano in coppia).

Il gioco è costituito da un numero di mani, che sono le fasi di gioco tra due distribuzioni delle carte. Una partita è formata da un numero variabile di mani, quante sono necessarie per raggiungere il punteggio limite stabilito, che solitamente è 51.

Distribuzione

Per la prima mano, il mazziere è scelto a caso. Per le mani successive, il ruolo del mazziere passa agli altri giocatori in senso antiorario. Il mazziere mescola le carte e le porge all’avversario alla sua sinistra per tagliarle. Poi il mazziere dà tre carte per giocatore e ne mette quattro scoperte sul tavolo. Le carte vanno distribuite ai giocatori una per volta, partendo dal giocatore alla sinistra del mazziere e in senso antiorario.[1]

Se nelle quattro carte messe sul tavolo dal mazziere ci sono due o più assi, la mano va a monte: il mazziere riprende tutte le carte, le mescola, le fa tagliare, e le dà di nuovo.

Quando i giocatori esauriscono le tre carte che avevano in mano, il mazziere dà altre tre carte per giocatore. Esaurite tutte le carte del mazzo, la mano finisce e si contano i punti.

Svolgimento

Mano

L’obiettivo della cirulla è di fare il maggior numero di punti possibile, al fine di raggiungere per primi il punteggio limite stabilito. Uno per volta, partendo dal giocatore a sinistra del mazziere (il primo di mano) e poi in senso antiorario, i giocatori calano una carta scoperta in tavola. A seconda della carta calata e delle carte sul tavolo, in certi casi che saranno descritti sotto, i giocatori possono prendere (cioè catturare delle carte). Ogni volta che i giocatori esauriscono le tre carte che avevano in mano, il mazziere ne ridistribuisce tre per giocatore ed il gioco continua, sempre partendo dal giocatore a sinistra del mazziere. Il gioco va avanti a questo modo fino a quando viene esaurito il mazzo.

Se, con la carta che ha deciso di calare, un giocatore non può fare nessuna presa (o se non ci sono altre carte sul tavolo), allora questa carta viene lasciata scoperta sul tavolo, insieme alle altre carte eventualmente già sul tavolo. Se invece con la carta calata sono possibili prese, il giocatore è obbligato a prendere.

Presa

Le carte sul tavolo si possono prendere in tre modi:

La presa è il meccanismo di base per fare punti a cirulla. Le carte prese, assieme alle carte che hanno fatto le prese, si mettono coperte in un mazzetto vicino al giocatore che ha effettuato la presa (ma nel gioco a coppie, di solito, uno dei due giocatori della squadra tiene tutte le carte prese). A fine mano, il mazzetto delle carte prese da un giocatore (o squadra) viene usata per calcolare i suoi punti.

Alla fine della mano, se restano delle carte in tavolo, queste vanno al giocatore che ha fatto l’ultima presa, come se le avesse effettivamente prese.

Scope

Quando un giocatore prende tutte le carte sul tavolo, si dice che fa scopa. La scopa si marca girando al contrario e di traverso, nel mazzetto delle carte prese, la carta che ha effettuato la presa. A fine mano, ogni scopa viene contata un punto.

L’ultima carta calata della mano non può fare scopa, anche se calandola il giocatore prende tutte le carte sul tavolo. Analogamente, quando restano delle carte sul tavolo a fine mano e vengono date al giocatore che ha effettuato l’ultima presa, non contano come scopa.

Buone

Quando i giocatori hanno in mano certe combinazioni di carte, dette buone, hanno la possibilità di guadagnare punti aggiuntivi dichiarandole:

Se un giocatore ha in mano una di queste buone, prima di calare la sua prima carta della mano deve bussare sul tavolo per dichiararlo e scoprire tutte e tre le sue carte. Continua poi a giocare come al solito, ma con le tre carte scoperte.

Ai fini delle buone, il sette di cuori (detto poncin in genovese e matta in italiano) può assumere il ruolo di qualsiasi altra carta, ma solo se così facendo il giocatore che lo possiede può ottenere una buona. In questo caso, il giocatore dichiara il valore della matta, e la matta conserva questo valore per la mano in corso (ma non quando si contano i punti, e quindi per la primiera). Ad esempio, se un giocatore ha due assi e la matta in mano, può dichiarare che la matta è un asso, aggiudicandosi così una buona da dieci. In seguito, al momento di calarla può usarla per fare scopa come se fosse un asso (tramite il meccanismo della presa d’asso), ma al momento di contare i punti la matta ritorna ad essere il sette di cuori.

La seconda categoria di buone è quella delle buone del mazziere, che vanno effettuate con le quattro carte che mette sul tavolo ad inizio mano:

Il mazziere deve dichiarare queste buone subito dopo aver fatto la prima distribuzione della mano, prima che il primo di mano cali la sua prima carta. Anche per le buone del mazziere la matta può assumere qualsiasi valore, a condizione che questo valore permetta al mazziere di ottenere la buona del quindici o quella del trenta.

Punti

Finita la mano, si calcolano i punti di ogni giocatore (o, nel gioco a coppie, di ogni squadra). I punti sono la somma di: punti di mazzo, scope, punti per le scale e punti per le buone.

Punti di mazzo

I punti di mazzo sono:

La primiera è una combinazione di quattro carte, una per seme. Ogni persona (o squadra) forma la propria primiera scegliendo la carta più forte per ciascun seme, secondo i valori di primiera riportati nella tabella a inizio pagina. La persona (o squadra) con la primiera di valore più alto (calcolanto sommando i valori di primiera delle quattro carte scelte) ottiene il punto di primiera.

Scope

Ogni volta che un giocatore prende tutte le carte sul tavolo, ottiene una scopa, segnata con una carta girata al contrario nel mazzetto delle prese. Quando si contano i punti a fine mano, ogni scopa vale un punto.

Scale

Se una persona (o squadra) riesce a prendere alcune combinazioni, ottiene dei punti aggiuntivi a fine mano. Le combinazioni sono:

Buone

L’ultimo modo di ottenere punti è tramite le buone, sia quelle di mano sia quelle del mazziere, già descritte in precedenza.

Storia

La parola «cirulla» non è presente nei dizionari storici del genovese, ma la si ritrova nei dizionari del XXI secolo e nel genovese contemporaneo. Il Prof. Fiorenzo Toso, autore del Piccolo dizionario etimologico ligure, ha proposto una connessione tra la parola ligure «cirulla» (genovese: cirolla) e il termine dello spagnolo del Sudamerica chirola, che indica una moneta di poco valore.[3] È quindi possibile che il nome sia un riferimento alla posta di gioco, portato indietro da immigrati ritornati in Liguria dal Sudamerica. Questa ipotesi è supportata dall’esistenza, nello spagnolo regionale dell’Argentina, del verbo chirolear col significato di «giocare per pochi soldi».[4]

Non si sa quando si sia cominciato a giocare a cirulla. Le regole di base della cirulla sono simili a quelle della scopa, un gioco diffuso in tutta l’Italia, la Spagna, l’Argentina, il Brasile e tanti altri paesi. Inoltre, la cirulla prende in prestito elementi da altre varianti della scopa: dalla scopa d’assi prende la possibilità di catturare tutte le carte in tavola con un asso, e dalla scopa a quindici (variante molto diffusa nel Sudamerica col nome escoba de quince[5]) prende il meccanismo della presa da 15.

Uno degli elementi più particolari della cirulla sono le buone. È probabile che questi meccanismi siano stati ereditati dall’antico gioco di carte italiano «bazzica», oggi scomparso ma già noto nel XVII secolo e citato anche nelle commedie di Goldoni.[6] Questo gioco prevedeva infatti dei punti per i giocatori con tre carte la cui somma era uguale o minore a nove (bazzica), o con tre carte uguali (bazzicotto). Queste combinazioni sono identiche a quelle dette «buona da tre» e «buona da dieci» nella cirulla. Inoltre, risulta chiaro che il termine genovese barsega per la buona da tre venga proprio da bazzica.